Senza categoria

Venezia tra Ottocento e Novecento nelle Fotografie di Tomaso Filippi

Dal nutrito archivio di Tomaso Filippi, uno dei più creativi e fecondi pionieri dell’arte fotografica in Italia e, nella fattispecie, a Venezia, è nata l’idea di questa interessante esposizione allestita nella meravigliosa cornice cinquecentesca di Villa Pisani a Stra.

Attraverso un allestimento non troppo ben riuscito, a dir la verità, sono disposte circa 150 scatti del grande fotografo che, proprio perché collocato in un periodo di transizione dalla pittura fotografica alla fotografia vera e propria, ci ha lasciato importantissime testimonianze di come veniva concepita la fotografia a cavallo dei due secoli e che utilizzo ne si faceva.

Abbiamo così diverse rappresentazioni paesaggistiche abilmente ritoccate” con pennelli e colori per renderle più “realistiche” o, per meglio dire, più vicine al gusto comune, oppure immagini abilmente virate in tonalità che meglio rendeva la sensazione di una visione in notturna o, al massimo, crepuscolare.

IMG_1692
IMG_1687
IMG_1688

Ma l’evoluzione della fotografia e del modo di concepire l’immagine stampata anziché dipinta ha avuto un’evoluzione rapidissima e, procedendo nella mostra, si possono notare come nelle fotografie degli ultimissimi anni dell’800 sia scomparso il colore della post produzione per lasciare che la fotografia rappresentasse la realtà così come la si vedeva, con rappresentazioni di scorci di campi e calle e la vita quotidiana di allora.

Questa inclinazione alla documentazione sociale, per il fotografo, è quasi scontata data la vena verista che si sta consumando proprio in quegli anni in Italia. I Malavoglia di Giovanni Verga è stato da poco pubblicato e questo ha fatto sì che l’arte figurativa fosse per lo più rivolta alle classi umili, le nuove protagoniste della realtà sociale.

IMG_1689 IMG_1690

Inoltre molti scatti sono orientati a veri e propri studi di posa, nei quali Tomaso si cimentava prendendo anche qui, come modelli, ragazzi di strada o popolane che si prestavano a ricoprire ruoli in costume (come Madonne o perpetue) o ripresi in atto di svolgere un qualche lavoro come lavandaie, pescatori, gondolieri, ecc. Il tutto abilmente allestito nello studio Filippi con fondali e costumi che venivano modificati a seconda delle necessità.

Tutto questo spesso era utilizzato per il lavoro degli stessi pittori che operavano nel dipingere le cosiddette ‘scene di genere’.

IMG_1691

Sono inoltre presenti, in un edificio proprio accanto al famoso labirinto della villa, una serie d’immagini stereoscopiche, che, proiettate con un sistema apposito, coinvolgeranno lo spettatore in un entusiasmante viaggio in 3D nella Venezia di fine Ottocento

Purtroppo la disposizione delle fotografie, l’illuminazione e le stesse didascalie, disposte malamente e in modo poco visibile, creano un certo disagio nella visone complessiva della mostra senza comunque togliere nulla alla magnificenza degli scatti esposti che mostrano la sorprendente modernità di Tomaso Filippi e la qualità straordinaria del suo lavoro.

Tutte le informazioni sulla mostra sono disponibili QUI